Pubblicato da Square Enix nel 1997, Final Fantasy VII è da molti conosciuto come il gioco di ruolo che ‘vendette PlayStation‘. L’eterno conflitto tra bene e male, riproposto in diverse saghe e non in pochi prequel e sequel, è stato un forte – se non fortissimo – stimolo, infatti, all’acquisto della prima home console targata Sony. L’RPG, che ha per protagonista il soldato Cloud, ha conosciuto anche una versione per Personal Computer nel 1998 e oggi è acquistabile per PlayStation 3 e PlayStation Portable, grazie al noto PlayStation Network. Non si può dire, insomma, che Square Enix non abbia motivo (e non abbia avuto motivo) di spremere il marchio, per ottenere non pochi profitti. Nonostante questo – e, soprattutto, nonostante le insistenti richieste dei fan -, la compagnia non ha ancora proposto, neanche per il venticinquesimo anniversario della saga Final Fantasy, un remake con i fiocchi il gioco di ruolo. Finalmente, dopo anni e anni di attesa e di strane dichiarazioni abbiamo scoperto il presunto motivo.
A parlare con fermezza è stato Yoichi Wada, presidente e direttore di Square Enix, convinto del fatto che il team possa fare di più, rispetto ai titoli pubblicati dopo il rilascio di Final Fantasy VII. Originariamente progettato per Super Nintendo Entertainment System, meglio conosciuto come ‘SNES‘, poi indirizzato verso Nintendo 64, ma infine pubblicato per PlayStation, vista l’insufficiente capacità di memorizzazione delle cartucce della console Nintendo, il settimo capitolo della saga all’epoca vendette circa dieci milioni di copie in tutto il mondo. Progettato e prodotto da Hironobu Sakaguchi, diretto ufficialmente da Yoshinori Kitase, il lavoro è stato uno tra i più belli di Square Enix (all’epoca lavoravano ancora Nobuo Uematsu, storico compositore della serie, che poi abbandonò il team per altri progetti, e Yoshitaka Amano, sostituito con il tempo dal character design Tetsuya Nomura).
Il remake di Final Fantasy VII mette a rischio la serie
Resta molto difficile, proprio per questi motivi – ha spiegato Wada -, riportare in vita, attraverso una nuova avventura, il lavoro di tanto tempo fa: i capitoli pubblicati dopo il settimo sono stati molto interessanti, alcuni davvero entusiasmanti (basti pensare a Final Fantasy VIII e Final Fantasy X), ma l’ascesa della software house ha subito una battuta d’arresto a partire non tanto da Final Fantasy XI, che fa storia a sé (essendo un MMORPG), quanto da Final Fantasy X-2 a Final Fantasy XIII-2, senza dimenticare Final Fantasy XII (il cui sistema di combattimento è, se non imbarazzante, quasi). Con Final Fantasy XIII Square sembrava essersi leggermente ripresa dalle cadute precedenti, ma avrebbe potuto fare molto meglio con il sequel, incentrato sulle avventure della sorella di Lightning, Serah, e sul ragazzo venuto dal futuro, Noel. Così, purtroppo, non è stato: il gioco – che potrebbe conoscere persino un seguito in Final Fantasy XIII-3 – ha una trama non tanto ingarbugliata quanto inconcludente (evitiamo lo spoiler, ma è difficile che qualcuno possa pensarla diversamente, visti i risvolti finali dell’intreccio). Il percorso di mamma RPG, insomma, non è piaciuto né a noi né a Wada, che continua a sperare – forse in Final Fantasy Versus XIII? – in qualcosa di migliore.
Lo ha spiegato durante l’annuale incontro con gli investitori, quando, come sempre, ha cercato di fornire dati e statistiche, non senza rispondere alle domande dei presenti, anche a quelle più scomode; e al quesito sul remake di Final Fantasy VII il presidente di Square fatto seguire un discorso molto preciso: il team di sviluppo ha sempre avuto in cantiere questo progetto, ma non è ancora arrivato il momento di proporlo ai fan; la software house, infatti, si adopererà per lo sviluppo del remake solo e soltanto quando uno tra i prossimi capitoli riuscirà, se non a superare, almeno a eguagliare la qualità dell’avventura di Cloud e della sua squadra di combattenti.
A molti di voi potrà sembrare impossibile, ma le parole di Wada sono state proprio queste; Square Enix, infatti, ha paura di riproporre una vecchia gloria della serie prima del tempo, perché questo significherebbe ammettere di aver sbagliato strada e, tornando indietro, far capire che il percorso della saga è arrivato alle battute finali. Per il presidente della software house, Final Fantasy non può finire – essendo un marchio affermato e di qualità – e va tutelato, anche a discapito delle richieste dei fan.
Se da una parte può avere ragione, dall’altra è assolutamente evidente che non sia così: Final Fantasy VII, essendo persino passato il venticinquesimo anniversario della serie, avrebbe potuto rappresentare una sorta di ‘rinascita’ non solo della saga ma anche del genere JRPG, affossato finora da capitolo troppo action e decisamente commerciale (i tempi e le generazioni saranno pure cambiate, ma a Square non è stato chiesto di sviluppare un titolo identico al settimo capitolo della serie, bensì un remake e nient’altro). I commenti dei fan sembrano essere schierati proprio su queste posizioni e sarà bene che Square, prima o poi, con buona pace del team e di Wada, lo capisca.
Kitase vuole stravolgere Final Fantasy VII
La questione era stata già affrontata in passato, ma le risposte erano state, se non nulle, quasi. Nel corso degli anni, infatti, mamma RPG non si è mai sbottonata sulla possibilità di riportare in vita – semmai fossero davvero stata dimenticata – la stupenda avventura di Cloud, Sephiroth e Aeris, e il motivo, a detta di Yoshinori Kitase, direttore effettivo del team di sviluppo del ’97, non c’è mai stato tempo per pensarci.
Come se non bastasse, rilanciare il vecchio titolo per PlayStation – secondo Kitase – non avrebbe comportato diversi cambiamenti non soltanto dal punto di vista grafico. ‘Parlando in termini di sviluppatore – questo è quanto ha dichiarato durante una intervista di Xbox Office Magazine –, se dovessimo realizzare un remake di Final Fantasy VII, sarei davvero tentato di eliminare alcune cose, e aggiungere nuovi elementi, perché creare lo stesso identico titolo significherebbe solo ripetersi. Considerato il successo che il settimo capitolo ha avuto presso i sostenitori della compagnia, tale dichiarazione – per quanto il membro Square abbia una visione più completa della questione – pare piuttosto opinabile.
Nel caso in cui dovesse affrontare un lavoro del genere, comunque, Kitase non sarebbe per niente sicuro sul da farsi; è consapevole, infatti, che Cloud, Sephiroth e Aeris rappresentano delle pietre miliari della saga Final Fantasy e che qualche cambiamento di troppo, quindi, potrebbe davvero infastidire i più appassionati, coloro che, insomma, sono cresciuti con materie, Weapon, equipaggiamenti stratosferici, scontri difficilissimi e chi più ne ha più ne metta. Il titolo, a nostro avviso e non solo, va bene così com’è, e non ci sarebbe motivo – per quanto Kitase sia convinto del contrario – di stravolgerlo o modificarlo in qualche aspetto (se non a livello grafico, ovviamente).
Se davvero facessimo una cosa del genere [se rimodellassero, cioè, il gioco ndr] – così Kitase ha continuato –, i fan potrebbero rimanere delusi. Quando noi giochiamo a titoli che abbiamo realizzato anni or sono, pensiamo sempre agli aspetti che potevano essere realizzati meglio. Ma d’altro canto, per alcuni giocatori quegli aspetti imperfetti hanno aggiunto un valore aggiuntivo e del tutto personale al videogioco in questione
Nomura non interessato al remake
Su Final Fantasy VII si è espresso anche Tetsuya Nomura, in occasione del quindicesimo compleanno dell’RPG; le notizie, purtroppo, contraddicono quanto detto da Kitase: pur essendo consapevole del successo che ha avuto presso i fan e di quello che potrebbe avere un eventuale remake, lo sviluppatore ha ammesso di essere interessato a portare avanti altri titoli; il fatto che FF VII non veda ancora la luce, insomma, non dipende dagli eccessivi tempi di sviluppo di cui qualcuno ha parlato – diverso tempo fa Square Enix parlò di un tempo di sviluppo pari al doppio di quello impiegato per Final Fantasy XIII; circa dieci anni, quindi -, ma dalla poca volontà di tutto il team di ridare vita a vecchie glorie (non solo il settimo, ma anche l’ottavo capitolo).
Che i fan riusciranno a farsi ascoltare, nonostante i continui sondaggi della compagnia, sembra decisamente improbabile, soprattutto in questo periodo, caratterizzato da importanti lavori sulla serie Kingdom Hearts – il cui ultimo capitolo, Kingdom Hearts Dream Drop Distance, non è stato localizzato, purtroppo, in italiano – e su Final Fantasy Versus XIII (che potrebbe essere presentato prossimamente con il nome di ‘Final Fantasy XV).
Final Fantasy VII su Steam
Nulla, comunque, è perduto; pur non avendo intenzione di impegnarsi troppo in progetti passati, infatti, Square Enix non ha dimenticato i primi capitoli della serie: è recente la registrazione del dominio ‘FinalFantasyVIIPC.com‘, comportamento che ha fatto subito pensare a una release su Steam di Final Fantasy VII e non solo; a giugno dell’anno scorso, infatti, sia il settimo sia l’ottavo capitolo della saga Final Fantasy furono scoperti nei registri Steam; non è mai stato improbabile, dunque, l’arrivo di entrambi in una nuova versione per PC.
Square non ha confermato quanto ipotizzato dalla stampa, anche se un utente di Gog.com è riuscito oggi ad accedere al sito ufficiale della compagnia, prima che venisse messo offline, e ha chiarito tutto: la versione Steam sarà venduta a 9.99 euro. E non è finita qui: secondo le informazioni trapelate, la nuova proposta permetterà al gioco non soltanto di girare sui PC moderni; saranno resi disponibili anche un supporto per gli Steam Achievement; dei salvataggi via cloud, e uno strumento, piuttosto ridicolo a dire il vero, per facilitare la vita dei casual gamer; se le ‘nuove leve’ si troveranno in difficoltà, infatti, basterà utilizzare il ‘Character Booster‘ per aumentare momentaneamente i livelli di HP, MP e Gil al massimo.
Che si tratti dell’ennesima ‘commercialata’, insomma, pare ovvio. Non sarà un remake, ma qualcosa, comunque, si muove. Chissà se in tal senso il futuro sarà sempre più ‘roseo’…