Chissà come reagirà Sony alle dichiarazioni degli hacker di fail0verflow!, i quali, in occasione del Chaos Communication Conference 27C3, hanno annunciato di essere entrati in possesso della private key di PlayStation 3 (si tratta di un codice che funge da autorizzazione per provare giochi sulle console retail). In questo modo, gli utenti potranno, qualora il team dimostri di avere intenzioni serie, installare programmi illegali e software piratati senza tante complicazioni. Non è un bel momento per Sony, neanche per tutti coloro che operano nella legalità.
Se il colosso aziendale dovesse decidere, come farà sicuramente, di intervenire, lo farà con una ennesima restrizione che complicherà la vita non solo agli hacker (e ai loro sostenitori). Ricordate tutti, infatti, che, in precedenza, anche i giocatori onesti dovettero rinunciare a Linux, perché Sony abbandonò il progetto, a causa di minacce provenienti da tutti i fronti. Lo stesso Gran Turismo 5 è stato rimandato più volte per problemi di questo tipo (questo, almeno, è quanto si dice). La pirateria, insomma, va condannata.
Sony, comunque, dovrebbe cercare di andare incontro ai fan tutti, soddisfacendo le loro richieste il prima e nel modo migliore possibile. Abbassare i prezzi non sarebbe una strategia controproducente, anzi. Le vendite soddisfacenti di questi cinque anni sarebbero state maggiori, se avesse attuato altri piani, questo è certo.
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