La squadra di Obama si è detta contraria a SOPA e a tutti coloro che la sostengono, essendosi apertamente schierata a favore del progresso e contro qualsiasi intervento censorio che anche Sony, Nintendo e Microsoft, putroppo, hanno appoggiato. Per chi non lo sapesse, l’acronimo identifica una proposta di legge americana che, qualora dovesse diventare realtà, permetterebbe a chi vanta diritti di copyright di agire direttamente contro coloro che li violano (sembra qualcosa di positivo, ma, a conti fatti, tutto ciò che lede l’interesse della compagnia in questione potrebbe essere censurato ed eliminato dalla rete in un batter d’occhio); è stato proprio per questo che gli Anonymous hanno minacciato Sony attraverso YouTube e sarà proprio per questo, vedrete, che sferreranno un attacco contro la compagnia tra non molto: li conoscete e, se hanno qualcosa in mente, difficilmente cambiano idea. Ma veniamo ad Obama.
La Casa Bianca ha recentemente mandato una e-mail a tutti coloro che hanno raccolto firme per opporsi a SOPA, sottolineando che da parte del team a capo dell’America non ci sarà alcun appoggio al progetto:
Qualsiasi sforzo per combattere la pirateria online – scrivono Victoria Espinel, Aneesh Chopra e Howard Schmidt – deve evitare il rischio di censura on-line di attività lecita e non deve frenare l’innovazione per le nostre aziende grandi e piccole. In tutto il mondo – così prosegue l’e-mail – l’apertura di Internet è sempre più centrale per l’innovazione nelle imprese, il governo e la società e deve essere protetta.
Per minimizzare questo rischio – concludono – la nuova legislazione deve essere strettamente mirata solo a siti fuori dalla portata dell’attuale legge degli Stati Uniti, e a quelle attività chiaramente proibite ai sensi delle leggi vigenti, ed essere efficacemente focalizzata sulle attività criminali.
Non è ancora detta l’ultima, ma tali posizioni fanno davvero ben sperare. Come reagirà il Congresso alle parole dei portavoce di Obama?