[galleria id=”3″]Proprio in questi giorni ha fatto il suo ingresso negli scaffali giapponesi, e il risultato non poteva essere altrimenti: Yakuza 3( in oriente conosciuto meglio come Ryu ga Gotoku) ha fatto della concorrenza un ammasso di polvere!
Il gioco da poco uscito in Giappone, sta portando in alto la bandiera di casa, ovvero Sega, softwarehouse che ha investito parecchio in questo progetto dal genere insolito. Per quanto attiene quest’ultimo aspetto, se dovessimo rifarci a un gioco del passato, la serie di Yakuza sembra attingere direttamente da uno dei giochi che ha lasciato il segno nell’industria videoludica, quel Shen-Mue di Sega, gli stessi del gioco oggetto della recensione. Come dicevo prima, non è tanto semplice distinguere il genere di questo gioco. Di primo acchito direi che si tratterebbe di un normale gioco d’azione/avventura, ma definirlo tale risulta assai riduttivo, visto che elementi “Gdr” fanno la loro comparsa, e non solo.
In questa terza serie impersonerete i panni dell’ormai conosciutissimo protagonista delle due precedenti edizioni, cioè Kazuma. Questa volta però vi dovrete immergere in un Giappone medievale, correllato da tutti gli elementi che facevavo parte di quel 1600. Scordatevi una Tokyo lussureggiante e tecnologica, qui vivrete in un’antica Kyoto, fatta di viali addobbati e costruzioni in legno, che ospitano trattorie e negozietti dall’atmosfere uniche. Per essere più meticolosi, il nostro guerriero trova rifugio in un piccolo paesino di nome Gion nei pressi di Kyoto dopo aver subito una sconfitta sul campo di battaglia di Sekigahara. In questo villaggio Kazuma intraprende una nuova carriera come guardia del corpo- in Giappone, Yojimbo- in cambio di una cospicua somma di danaro. Il nostro eroe continua imperterrito a portare a termine le sue commissioni, fin quando una misteriosa e graziosa fanciulla gli commissiona di uccidere un samurai che di nome fa Miyamoto Musashi. Ed è proprio da questo evento in poi che l’intreccio del gioco inizia a prendere forma, visto che lo spadaccino oggetto della ricerca altri non è che kazuma. A questo punto, il prode guerriero spinto da una insaziabile curiosità di sapere chi e perché lo vogliono morto, si incammina alla ricerca dellà verità, disposto ad abbattere chiunque gli si pari davanti.
Niente più fucili e pistole, bensì questa volta per propugnare le vostre ragioni dovrete fare affidamento a spade e katane più affilate che mai. Per essere più precisi il nostro alter ego potrà utilizzare quattro stili di combattimento: il mero pugno, compresi prese e controprese, come nelle scorse edizioni. Nei momenti più concitati potremo fare affidamento alla mitica katana, veloce e affidabile come nessun altra. Poi v’è ua coppia formidabile formata da due katane, utili quando gli avversari sono davvero tanti(è possibile infilzare due nemici simultaneamente), ed infine abbiamo la katana pesante, come sappiamo tutti questa categoria d’armi sono sì ingombranti e pesanti da portare, ma in termini di potenza d’attacco non sono secondi a nessuno. Poi per i più esigenti, sega ha pensato di inserire nel catalogo un ombrello e una pipa. Lo scopo del primo è quello di parare i colpi dell’avversario e al contempo contrattaccare con un bel pugno. Con la pipa potremo giocare qualche scherzetto ai nostri contendenti, come bruciare loro la tesa ed approffittare del momento opportuno per passare a un attacco più risoluto.Per chiudere in bellezza potremo usufruire delle barra speciale per cercare di atterrare il nemico nel modo più spettacolare possibile attraverso mosse straordinarie che variano a seconda del contesto. Non c’è che dire, il repertorio offensivo sembra piuttosto vasto, in grado di soddisfare ogni aspettativa di qualsiasi genere e regalare, durante la fase di combattimento, ore di vero sollazzo.
Tuttavia la fase di combattimento non è così perfetta come sembra: a minare il tutto ci pensa l’ I.A.( che sta per Intelligenza Artificiale) dei nemici, poco evoluta rispetto al passato. Inoltre, il gameplay non ha fatto passi da giganti rispetto al passato, i cambiamenti radicali si possono contare sulla punta delle dita. Ad esempio, le arene sono sì più vaste ed articolate rispetto ai predecessori, ma in termini di interattività non è cambiato nulla. Quando si avviano con il tasto triangolo le sequenze chiamate “Heat Action”, che differenziano a seconda dei casi, non possiamo fare altre che assistere allo spezzone “non interattivo”, senza alcuna possibiltà di modificare gli eventi del gioco, per l’appunto.
Tecnicamente parlando yakuza 3 dimostra cosa è veramente in grado di fare l’hardware ps3. La grafica, di cui possono vantarsi gli sviluppatori, è a dir poco realistica: il grugno dei vari personaggi è riprodotto in maniera magistrale, l’implementazione delle animazioni è di notevole fattura, i poligoni gestiti dal monolito nero sono davvero tanti. Non c’è che dire!
Per chiudere in bellezza, vi sono due particolari degni di nota che necessitano della vostra attenzione. Il primo riguarda la presenza di alcuni minigiochi in cui potrete imbattervi, come far gareggiare delle tartarughine in delle corse all’ultimo respiro contre quelle dell’avversario, oppure, non meno interessante è il tiro al bersaglio.
Qui, come facile immaginare, in sella ad un cavallo dovremo colpire più bersagli possibili. Le varie sfide non sono state previste solo per aumentare la longevità e la profondità del gioco ma, hanno obiettivi ben precisi. Infatti, una volta ultimata la competizione vedremo incrementare il nostro livello d’esperienza e conferitoci qualche oggetto prezioso. L’altro dettaglio interessante è vedere il nostro alter ego cimentarsi in delle “geishe”, e qui mi riferisco ai più adulti. Infatti, kazuma nel corso del gioco avrà la possibilità di andare nei vari bordelli che stanno ai margini dei villaggi, e lì fare conoscenza con le seducenti e procaci donne che presiedono il locale notturno. Con esse avremo modo di interloquire, e in base alle risposte elargite alle loro domande potremo sperare di portarle fuori a cena all’insegna di una nottata indimenticabile.
In definitiva, a parte qualche pecca a livello di gameplay, di cui l’esperienza videoludica non sembra proprio risentirne, il gioco rasenta la perfezione. La grafica poi, non è soggetta a disappunti di alcun tipo.Una vera gioia per gli occhi. Da avere a tutti i costi.
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