Opportunità o incubo? Microsoft potrebbe presto offrire la possibilità di usufruire gratuitamente del Game Pass, ma ad una condizione.
Siamo tutti d’accordo col dire che Xbox Game Pass sia il miglior servizio in abbonamento presente sul mercato. Non solo per qualità e quantità dei titoli presenti, poiché da quel punto di vista nemmeno il PS Plus sfigura, ma per tipologia d’offerta, visto che i giochi nuovi vengono offerti al day one, non tutti e non i migliori dell’anno, ma sicuramente quelli Microsoft e altri degni di nota.
In un mercato in cui la tempestività è tutto ed in cui l’hype comanda i desideri videoludici e consuma i videogame come fossero candele accese, la possibilità di giocare videogame al day one senza spendere 80 euro è una mossa vincente. Tutti ci siamo chiesti almeno una volta quanto sia sostenibile per Microsoft e poche settimane fa è giunta la risposta di Phil Spencer.
A quanto pare il solo garantire giochi terze parti al day one su Game Pass costa la bellezza di 1 miliardo di dollari all’anno. Una cifra a cui vanno aggiunti i costi di sviluppo delle esclusive interne (in media un gioco tripla A costa 200 milioni di dollari di sviluppo), quello di gestione dei server, di pagamento del personale (con le recenti acquisizioni Microsoft ha più di 20mila dipendenti solo nella divisione Xbox).
I profitti generati da Game Pass nel precedente anno sono stati di 2.9 miliardi di dollari e Phil Spencer ha dichiarato che il servizio comincia a generare profitto. Ciò significa che fino ad adesso è stato in perdita e che adesso comincia ad essere sostenibile. Sarà anche profittevole per la compagnia? Permetterà di guadagnare quanto si guadagnava con il precedente modello di business?
Xbox Game Pass gratuito? Se si realizza potrebbe essere il peggior incubo di un gamer
Appare chiaro che il cominciare a generare profitto è il punto d’inizio del progetto Game Pass e che di qui a breve Microsoft vorrà ottenere un guadagno decisamente maggiore a quello attuale, ma come fare? Tim Stuart, dirigente Microsoft, ha spiegato che l’intenzione è quella di fare arrivare il servizio su ogni schermo del pianeta, persino su PS5 e Nintendo Switch.
Una dichiarazione poi smentita da Spencer, il quale ha chiarito che non ci sono piani di questo tipo al momento e che quella del collega è stata un’iperbole. Lo stesso Stuart ha dichiarato che un possibile sviluppo futuro potrebbe essere quello di fare un tier d’abbonamento a basso costo o addirittura gratuito però con all’interno le pubblicità.
Il modello da lui pensato garantirebbe due ore di streaming videoludico continuativo, al termine del quale ci sarebbe una pubblicità non skippabile. Un simile modello a suo avviso permetterebbe di incrementare notevolmente la base installata e di avere un numero enorme di abbonati.
D’altronde un simile modello funziona benissimo su mobile, dove milioni di persone giocano gratuitamente a giochi, incuranti del fatto che questi vengono costantemente interrotti da banner pubblicitari. Tuttavia un simile modello è l’incubo di qualsiasi appassionato di gaming.
Vogliamo davvero sorbirci le pubblicità all’interno dei videogiochi come se stessimo guardando un film in televisione? Il grado di coinvolgimento di un videogame è tale che un’interruzione pubblicitaria potrebbe davvero rovinare tutta l’esperienza. In un’industria in cui i costi sono crescenti e sempre meno sostenibili, però, la pubblicità potrebbe essere il salvagente, ciò che permette al medium di andare avanti, in una forma diversa, più adatta a chi non vi è cresciuto insieme.
