Mouse è un progetto davvero molto interessante nel quale si fondono le dinamiche di gameplay di COD all’estetica Disney.
Tutti gli appassionati di videogame attendono con ansia le grandi produzioni tripla A, quelle che vengono costruite ad alto budget e che rappresentano il punto più alto a livello tecnologico dell’industria. Tuttavia sempre più spesso a colpire al cuore sono le produzioni minori, degli indie che sono in grado di osare mischiando generi o inventandone di nuovi senza il timore che il pubblico possa non apprezzare.
Grazie al coraggio di alcune software house indipendenti, in questi anni ci siamo goduti piccole perle come What Remains of Edith Finch, Hades, It Take Two, Sifu, Death’s Door, Kena e molti altri. In questo 2023, ad esempio, gli amanti dei videogiochi hanno scoperto la follia lucida di Dredge e si sono goduti il fascino retrò di Sea of Stars.
La bellezza di simili titoli ha fatto sì che gli appassionati guardassero con sempre maggiore interesse al mercato indipendente, tanto che tra i titoli più attesi dei prossimi anni ci sono anche indie come No Rest for the Wicked (nuovo titolo dei talentuosi Moon Studio), Hollow Knight: Silksong e Little Devil Inside.
Cosa succede quando mischi Call of Duty con Mickey Mouse? Il risultato è incredibilmente folle
Stare dietro a tutte le produzioni in cantiere è praticamente impossibile, ogni mese escono nuovi progetti e solamente quelli dall’impatto visivo più interessante rimangono impressi nella mente. C’è un titolo che è stato presentato su Steam e che dovrebbe uscire nel 2025 ma che probabilmente è sfuggito a molti, che ha un’estetica ispiratissima e un gameplay frenetico.
Stiamo parlando di Mouse, videogame sviluppato da Fumi Games che recupera lo stile grafico dei cartoni animati anni ’20 – ’30 – come appunto il primissimo Mickey Mouse – seguendo la scia artistica lanciata dal bellissimo Cuphead. A differenza dell’illustre predecessore, Mouse non è uno sparatutto a scorrimento orizontale, ma un fps in stile Call of Duty.
La frenesia degli scontri in prima persona viene accompagnata dall’effetto straniante di un mondo abitato da topi antropomorfi in uno scenario che richiama l’America del proibizionismo e l’estetica del cinema muto, con un bianco e nero che esalta se possibile ancora di più la bellezza artistica del contesto.
Attualmente, video di presentazione a parte, non sappiamo molto altro su questo interessante e accattivante progetto. Tuttavia non serve molto altro per indurci ad inserirlo nella nostra wishlist e attenderlo con impazienza per scoprire se manterrà le aspettative.