Dragon Age 3 rappresente una vera e propria prova del nove, lo sapete tutti. Dopo il fallimento del secondo capitolo della saga, infatti, gli sviluppatori hanno intenzione di “ritornare alle origini“, riproponendo quegli elementi del gameplay e della trama che hanno fatto perdere la testa a migliaia e migliaia, e ancora migliaia, di giocatori. Il PAX Prime di Seattle, in questo senso, è stato utilissimo: è proprio in questa occasione che BioWare, dopo aver ribadito le sue intenzioni, ha annunciato che potrebbe esserci – occhio al condizionale! – un incontro tra il protagonista di Dragon Age 2 e i Grey Warden del capitolo Origins; un incontro che, secondo noi, realizzerà il tanto chiacchierato ritorno. Il pretesto, insomma, muove l’intreccio e tutto il resto. Almeno, dovrebbe.
Sempre parlando della storia, Mark Darrah, Matt Goldman e Davide Gaider – tutti impegnati nello sviluppo del nuovo capitolo della serie – hanno sottolineato come solo gli sviluppi della trama chiariranno ai giocatori il loro obiettivo: “salvare il mondo da se stesso“. Una frase enigmatica per dire – non c’è dubbio – che il mondo è allo sbando e che, come in ogni RPG o gioco di avventura, va salvato.
C’è una guerra tra templari e maghi, e bisogna intervenire: il protagonista dovrà reclutare alleati, viaggiare nel mondo per riportare la pace nei territori devastati dal conflitto e agire prima che tutto degeneri fino a distruggere l’intero mondo. A parole, sembra tutto così entusiasmante. Speriamo che i fatti non ci deludano.
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