La prima PlayStation stupì il mondo con una grafica iper-realistica e con i primi videogiochi “cinematografici” in assoluto: lo fece grazie a un supporto per quei tempi innovativo, il CD-ROM, che diede ai creativi uno spazio impensabile da gestire e riempire a piacimento, ben 700 megabyte.
Grazie a esso nacquero i primi “kolossal” che ancora oggi vengono riconosciuti dagli appassionati, giochi come Final Fantasy VII e Gran Turismo, che mai avrebbero potuto essere realizzati senza l’utilizzo dell’innovativo dischetto argentato. Adesso stiamo di nuovo assistendo a una rivoluzione simile: il Blu-ray Sony è infatti il nuovo supporto ad Alta Definizione, che garantisce una capacità di 25 e 50 gigabyte, nettamente superiore a quella dei “vecchi” DVD. Ma i giochi della nuova generazione sono già pronti a sfruttare una qualità di dati così impegnativa?
Contrariamente a quanto si può immaginare, non sono nè il codice vero e proprio nè la qualità di poligoni a ingombrare la maggior parte dello spazio dedicato a un videogioco. Questi ultimi sono infatti soggetti che vengono “costruiti” in tempo reale dai chip dedicati mentre si gioca, quindi non hanno bisogno di essere immagazzinati nella loro forma finale. Quello che necessita di dosi sempre maggiori di spazio è invece tutto ciò che è relativo all’aspetto puramente estetico: colonna sonora, doppiaggio dei personaggi, scene filmate e soprattutto “texture”. Queste ultime sono le superfici “piatte” disegnate che si applicano ai poligoni nudi per arricchire di dettagli ambientazioni e personaggi, che altrimenti risulterebbero simili a manichini che non a eroi di mondi fantastici. Ovviamente, con l’introfuzione dell’Alta Definizione e il supporto di formati audio avanzati come il Dolby Surround 5.1, ognuno di questi aspetti deve incrementare la sua qualità in modo esponenziale: se una singola texture a bassa risoluzione può occupare qualche manciata di kilobyte, la stessa texture ridisegnata per un gioco a risoluzione elevata (come 720p o 1080p) avrà un “peso” virtuale maggiore anche di dieci volte. Moltiplicate il tutto per le migliaia e migliaia di texture differenti, necessarie per ricoprire volti di personaggi, terreni, edifici e ogni altro oggetto presente nel campo di gioco, e avrete un’idea di quanto questo singolo processo possa pesare sullo spazio libero di un disco.
Analizziamo ad esempio uno dei maggiori “kolossal” disponibile per PlayStation 3, il gioco di ruolo Oblivion, si scopre però che l’intero titolo occupa non più di 6 o 7 gigabyte di spazio.
Gli stessi sviluppatori hanno affermato che i restanti 20 gigabyte lasciati liberi dal Blu-ray sono stati utilizzati per immagazzinare più volte gli stessi dati di gioco (un processo definito Ridondanza Dati), in modo che il laser possa reperirli in più zone del disco abbreviando quindi i tempi di caricamento. Questo significa che lo spazio disponibile sul Blu-ray è destinato a rimanere inutilizzato anche in futuro? Tutt’altro: quella a cui stiamo assistendo è infatti la cosiddetta “prima generazione” di giochi PlayStation 3, titoli che, pur essendo di qualità, non sfruttano al 100% le potenzialità della macchina. Dal futuro dobbiamo aspettarci giochi ancora più vasti, cinematografici e appassionanti, con lunghissimi filmati in Alta Definizione, ogni singolo personaggio doppiato realisticamente e una colonna sonora magari in Dolby 7.1. Allora scopriremo che, forse, neanche 25 gigabyte o 50 sono sufficienti per contenere le nostre esperienze interattive, e sarà il momento di rincorrere un nuovo formato futuristico…