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Lost Planet: extreme condition, la recensione

[galleria id=”31″]Quelli di Capcom dopo averci regalato lo stupendo e frenetico Devil May Cry 4, cui sfoggiava dei personaggi carismatici, una storia intrigante e una grafica da urlo – quest’ultimo elemento deve grazie a un ottimo motore di gioco- hanno pensato bene di accompagnare Dante, Nero e il resto della truppa con un altro gioco d’azione ambientato nelle terre gelide di E.D.N.III.

Devil may cry 4 e Lost Planet:extreme condition, questo il titolo del gioco, hanno due cose in comune: uno, vabbè è intuitivo, la casa sviluppatrice, l’altra cosa è il motore di gioco. Mentre il primo ostentava una grafica dettagliatissima e sfavillante, Lost Planet, nonostante le stesse basi per una realizzazione tecnica degna di tal nome, non riesce a sfondare. Esteriormente non è assai male, si possono notare discreti effetti particellari come le esplosioni o le fonti luminose, però il tutto viene minato da evidenti rallentamenti, soprattutto quando stiamo versando in un duello contro abominevoli creature aliene dove il frame rate cala, ma di brutto. La cosa sorprendente è che la versione per X-box 360 uscita tempo addietro non presenta tale lacuna, o semmai in misura impercettibile.

 

Il gioco è molto simile a The Things ( “la cosa”, in italiano), gioco che vide luce sulla prima X-box e per PS2 un paio d’anni fa. In the Things, il protagonista doveva vedersela in delle lande ghiacciate con degli alieni terrificanti e spietati. La cosa brutta è che in Lost Planet le creature contro le quali dovremmo fare i conti sono ancora più bestiali e paurose di quelle viste in “La Cosa”: agli alieni “tipici” del gioco griffato Capcom gli si può attribuire il termine Boss, sostantivo che di solito viene affibbiato a titani grossi e possenti di fine livello.

 

 

Per debellare al meglio le bestie che incontreremo durante il nostro cammino, non solo potremo dispensare attacchi sulla base di un equipaggiamento ben assortito (che vanno dalle semplici postole e doppiette alle più complicate granate e fucili di precisione) ma, avremo la possibilità di usufruire di due importanti elementi messi a nostra disposizione: in primis, le cosiddette “Vital Suit – degli esoscheletri in metallo- di cui prenderemo il controllo all’insegna di una maggiore potenza di fuoco e resistenza. Ce ne sono di vari tipi e caratteristiche: si inizierà con una semplice macchina distruttrice per finire con una specie di carrarmato, molto utile quando ci troveremo faccia a faccia con i boss del gioco. L’altro elemento da cui potremo trarre spunto è un rampino che ci consentirà di soverchiare i mostruosi alieni sul piano dell’agilità.

 

Un altro nemico contro cui lottare costantemente lungo tutte le nostre peripezie è rappresentato del clima atmosferico. Infatti come detto poc’anzi, ci ritroveremo su delle terre ghiacciate in cui il freddo e il gelido sono paragonabili a quelli del polo nord. Oltre alla normale barra dell’energia vitale, è prevista l’energia termica fondamentale per il proseguo dell’avventura: per ricaricare l’energia termica, cui diminuirà gradualmente col passare dei minuti, non dovremo far altro che raccogliere delle scorte che troveremo tra i vari livelli, altrimenti potremo fare incetta di quelle rilasciate dai nemici una volta abbattuti. Oltre a ciò l’energia termica potrà fungere da sostituta a quella vitale, quando quest’ultima sarà esaurita in seguito a continui attacchi nemici.

 

Tra i personaggi selezionabili in Lost Planet troveremo il mitico Mega Man e Frank West, vale a dire il protagonista di Dead Rising, il fantastico gioco “zombico” per X-box 360 che manca nella collezione PS3. Speriamo solo che Capcom faccia una buona conversione, visto che il passaggio da X-box a PS3 del gioco oggetto della recensione a portato risultati non proprio eccelsi.

 

In definitiva, Lost Planet rimane un gioco coinvolgente, ma le lacune tecniche che già facevano discutere nella sua incarnazione per X-box non sono state ritoccate minimamente, anzi. Gli evidenti rallentamenti presenti solo nella versione PS3 a volte spezzano il ritmo di gioco frenetico tipico di questo genere.

 

  • GIUDIZIO DEFINITIVO: 7,5

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