L’anno scorso, perdite record per il fondatore di Facebook. Ma ora Mark Zuckerberg deve anche fronteggiare accuse giudiziarie molto gravi
Alla fine dello scorso anno, su Mark Zuckerberg arrivava la mazzata economica, con perdite enormi sotto il profilo finanziario. Nella classifica degli uomini più ricchi al mondo, il fondatore di Facebook che una volta si classificava tra le 10 persone più ricche del pianeta, in quell’anno aveva perso 81 miliardi di dollari di patrimonio netto, dimezzandolo, di fatto. Oggi, a distanza di circa un anno un’altra mazzata, di natura diversa, forse peggiore.
Mark Zuckerberg, come è noto, diventa famosissimo alcuni lustri fa quando inventa, di fatto, qualcosa che avrebbe cambiato radicalmente le nostre vite: Facebook. Nato come sistema per mettere in collegamento i suoi colleghi universitari, in pochissimo tempo diventerà un fenomeno planetario. La storia è cristallizzata anche nel bellissimo film di David Fincher, “The social network“.
Negli anni, fortune alterne per Zuckerberg che, come detto, l’anno scorso ha visto il proprio capitale dimezzarsi. Ora, per lui, un’altra brutta notizia. I procuratori generali di 41 stati e il Distretto di Columbia hanno citato in giudizio Meta. Come è noto, Meta è il colosso attraverso cui Zuckerberg controlla le sue “creature”: da Facebook, appunto, a Instagram, passando per WhatsApp.
Le accuse a Zuckerberg
La mossa arriva dopo la conclusione di un’indagine multistato lanciata nel 2021, in cui una coalizione bipartisan di forze dell’ordine statali ha iniziato a esaminare come le funzionalità di Facebook e Instagram siano progettate per presumibilmente creare dipendenza e danneggiare i bambini.
Nel 2021, l’ufficio del procuratore generale del Massachusetts ha condotto l’indagine indagando sull’impatto di Instagram sui giovani dopo che l’informatrice di Facebook Frances Haugen aveva rivelato che Facebook sapeva che Instagram era “tossico” per le ragazze adolescenti, ma aveva minimizzato i rischi per il pubblico. Ora l’autorità giudiziaria statunitense accusa Meta di sfruttare “deliberatamente” le vulnerabilità dei giovani utenti a scopo di lucro.
Otto stati e Washington DC, hanno intentato causa contro Meta nei tribunali statali e locali, mentre 33 stati hanno intentato una causa congiunta in un tribunale federale in California. In tutto fanno 41. Secondo chi accusa Zuckerberg, la causa si è resa necessaria dal fatto che, in tutti questi anni, Meta avrebbe dimostrato di non agire in modo responsabile a meno che non gli venga richiesto di farlo dai tribunali.
Secondo le accuse, dunque, Meta prenderebbe di mira i nostri giovani, scegliendo di trarre profitto e sfruttando consapevolmente le loro vulnerabilità. In particolare, tramite alcune funzionalità progettate e implementate con l’intento di indurre i giovani utenti a trascorrere quanto più tempo possibile sulla piattaforma. In tal modo, Meta avrebbe contribuito in modo significativo alla crisi di salute mentale in corso tra i nostri bambini e adolescenti. Ovviamente, meta si difende Meta sostenendo che l’indagine è contrastante quando si tratta di misurare i presunti effetti dannosi dei social media sui giovani utenti.