Non ho mai personalmente messo in dubbio che alcuni videogiochi fossero delle vere e proprie opere d’arte ed in tal senso andassero tutelate come «opere dell’ingegno» protette dal diritto d’autore.
Detto questo, però, nel momento in cui si spendono 300 euro per una console, si parte dal presupposto che quando essa è di tua proprietà, tu possa farci quello che vuoi. Di conseguenza anche installare modchip.Conseguenza meno scontata è che rischia una condanna per violazione della normativa sul copyright chi vende “microchip per la Playstation 2 finalizzati a leggere i videogiochi masterizzati”.
La sentenza n.1243 della Quarta sezione penale della Cassazione stabilisce in parole semplici che modificare la PS2, console ormai fuori produzione, ma che – dal punto di vista del mercato videoludico dice ancora la “sua” – non si può; sentenza che potrebbe quindi dare nuovo ossigeno anche a Nintendo, che due settimane fa aveva fatto un esposto contro chi commercializza l’R4 Revolution.
Il caso in questione riguarda Oscar D., un imprenditore della provincia di Trento che con la sua società vendeva, appunto, dei «modchip» per ampliare le potenzialità della Playstation, che in sede di ricorso aveva sostenuto che i suoi chip non erano finalizzati a modificare la protezione della Playstation ma solo a «espandere le potenzialità, perfettamente legittime, della Ps2». I supremi giudici hanno respinto il ricorso e condannato Oscar al pagamento delle spese processuali e a risarcire la Sony di 2.500 euro.
Lascio a voi ogni commento, dopo aver fatto una semplice considerazione: ha senso fare pagare una console (per esempio Nintendo DS) 120 euro ed i giochi singoli 50 euro? Si mette una persona nella condizione di comprare la console, ma non essere nelle condizioni comprare poi i giochi.
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