Non tutti sapranno che la saga di Ninja Gaiden ha fatto la sua prima apparizione sul NES (Nintendo Entertainment System) 8-Bit nel lontano 1989, ed è poi proseguita sulle console a 16 Bit.
Dal 1991 in poi, è calato l’oblio sull’impavido ninja di Tecmo, che ha praticamente saltato un’intera generazione di console per ritornare poi in azione nel “mondo” dei 128 Bit. La scelta della piattaforma adatta ad accogliere il ritorno della serie fu in realtà dettata da un sondaggio, indetto dalla stessa Tecmo; i fans scelsero, come noto, l’XBox, e Ninja Gaiden fu premiato quale gioco dell’anno 2004 per la verdastra console di Bill Gates.
A conti fatti, Ninja Gaiden ha rappresentato una vera e propria killer application, vale a dire uno di quei giochi che valgono, da soli, l’acquisto di una console; graficamente ineccepibile, divertente, appassionante ed anche dannatamente difficile, il titolo Tecmo ha a suo tempo dato una vera e propria “lezione di stile” anche a capolavori tanto acclamati quali Devil May Cry. Il suo ritorno sulla nuova console di Microsoft era pertanto atteso con grande interesse ed entusiasmo, e possiamo anticipare che Ninja Gaiden II non ha tradito le attese; eppure, molto probabilmente, non le ha nemmeno rispettate del tutto.
In Ninja Gaiden II impersoneremo, ancora una volta, il ninja Ryu Hyabusa, chiamato all’ennesima carneficina di demoni e simili. Ed è chiaro, nell’opera del Team Ninja, che la componente action, vale a dire gli scontri coi nemici, assume una dimensione preponderante, quasi soffocante, nei confronti di quella più squisitamente platform.
Ai tempi del bidimensionale, quando del genere action non si sospettava nemmeno l’esistenza, Ninja Gaiden era un classico platform a scorrimento orizzontale intervallato da fasi di combattimento; o, in alternativa, un beat’em up a scorrimento con una spiccata componente platform. Nella sua apparizione su Xbox, il titolo ha rivelato un sapiente equilibrio tra le due “anime”, costringendo il giocatore ad affinare le proprie abilità tanto nell’arte del salto millimetrico quanto in quella dell’eliminazione stylish (in questo senso, il richiamo a Devil May Cry è evidente) del nemico.
Ninja Gaiden II è, invece un action game all’ennesima potenza. Spettacolare, incredibilmente frenetico e brutale, il titolo Tecmo non lascia un attimo di respiro al giocatore, con ondate di avversari che attaccano a testa bassa e in continuazione. Si tratta certamente di un’inversione di rotta rispetto agli scontri ragionati del prequel, in cui bisognava sovente attendere che l’avversario di turno si scoprisse per attaccarlo con una combo rapida e devastante. Qua invece, si martellano i tasti di attacco senza sosta, in omaggio alla bieca tradizione hack’n’slash alla Dynasty Warriors piuttosto che alle raffinate movenze del figlio di Sparda.
Intendiamoci, non ci si può certo illudere di arrivare alla fine del gioco (nemmeno alla metà, forse) premendo i tasti a casaccio; le combo sono sempre lì, graficamente rese in modo impeccabile dalle splendide animazioni, mai scollegate tra loro, e richiedono sempre una notevole manualità da parte del giocatore. Il livello di difficoltà, d’altra parte, è più che mai impietoso, specie in occasione degli scontri con i tradizionali boss di fine livello; fortunatamente gli sviluppatori hanno piazzato punti di resume un po ovunque, quindi anche in caso di dipartita del nostro eroe non saremo costretti a ripetere enormi porzioni dei livelli.
Alla maggior frenesia dell’azione si accompagna un più elevato livello di violenza delle immagini proposte; arti mozzati, viscere in bella mostra, fontane di sangue e fatalities di rara crudeltà esaltano visivamente il giocatore, sempre appagato dalla ferocia degli scontri, anche qualora sia necessario ripeterli più volte. Eh sì, perché Ninja Gaiden II non si piega alla triste legge del videogioco di massa dal livello di difficoltà poco-più-che-minimale, non si vergogna di chiedere al gamer inesperto o disattento di espiare le proprie colpe attraverso una meticolosa ripetizione dei passaggi più ostici. E, d’altra parte, il videogiocatore “di razza” è quello che nelle difficoltà si esalta, non quello che spegne la console…
Insomma, lo avrete capito, Ninja Gaiden II è un titolo impegnativo come pochi, ma è anche uno di quei rari titoli che vi faranno letteralmente esultare ogni volta che riuscirete a superare una delle tante sfide che propone, un gioco incredibilmente appassionante e perdipiù tecnicamente eccelso.
Come in ogni recensione che si rispetti però, è giusto e doveroso andare a cercare il classico pelo nell’uovo: alcune sezioni un po’ noiose e ripetitive, qualche ambientazione non proprio riuscitissima e, dramma dei drammi per molti giochi action, la schizofrenia della telecamera, che nelle fasi di gioco più concitate rende inutile qualsiasi tentativo di pianificare una strategia d’attacco.
Il voto, in fondo, tiene conto di questi piccoli difetti, ma non solo; c’è anche un pizzico di rammarico per quello che Ninja Gaiden II avrebbe potuto essere, una sorta di Ninja Gaiden “al quadrato” tanto nella componente action quanto in quella platform; invece dobbiamo constatare che, tutto sommato, il concept di gioco ha comunque subito un’involuzione rispetto al prequel, malgrado l’affinamento del sistema di combattimento. Sia chiaro, il fanatico dei titoli spudoratamente action può tranquillamente aggiungere un punto, ma c’è sempre in agguato quel famigerato videogiocatore di razza che, reduce dall’eclettismo del primo capitolo, sentirà la mancanza dell’odioso salto millimetrico. Sperando in un suo pronto ritorno in un fantomatico Ninja Gaiden 3…
VOTO: 8,5
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