Nuovi aggiornamenti sul caso ‘Foxconn‘ e Nintendo Wii U. La console è finita nella bufera a causa di un errore che potrebbe costare caro a tutta la compagnia, anche se non ne è stata questa l’artefice. Incaricata di realizzare i modelli della nuova console, Foxconn ha pensato bene, infatti, di ‘chiedere aiuto’ anche ai minorenni: ragazzini che, di età compresa fra i quattordici e i sedici anni, volendo mettere mano sulla piattaforma domestica prima di tutti i loro coetanei, hanno accettato di lavorare in fabbrica, rinunciando persino all’istruzione; non si tratta di una voce di corridoio, perché è stata la stessa Foxconn a confermarlo: quando i ragazzi volevano lasciare la fabbrica, nella quale erano costretti a orari davvero sfiancanti, potevano farlo ma a loro rischio e pericolo: essendo i professori delle loro scuole in combutta con l’impresa, qualora fossero tornati a scuola, sarebbero stati immediatamente allontanati per i motivi più vari; un vero e proprio ricatto, insomma, che non fa di certo onore a Nintendo, da sempre – almeno in apparenza – interessata a ragazzini e adolescenti.
Denunciato dal programma radio Voice of China, il fatto è stato chiarito dalla compagnia, che non ha potuto far altro che prendere atto, però, di quanto accaduto: Nintendo ha ammesso le sue responsabilità e, dopo aver sottolineato che tutti gli studenti torneranno a scuola senza subire ulteriori danni – sarà vero? -, ha confermato di essere seriamente impegnata in indagini che porteranno alla luce gli organizzatori di questo vergognoso sfruttamento; sempre nella giornata di oggi, inoltre, ha spiegato che, tenendo moltissimo a che le aziende rispettino le sue linee di guida etiche, la questione non finirà assolutamente nel dimenticatoio e che il team era all’oscuro di quanto stesse accadendo.
A parlare, il senior director delle Corporate Communications di Nintendo of America, Charlie Scibetta, alla storica rivista nipponica Kotaku: ‘Nintendo ha indagato sull’incidente e ha determinato che si tratta di una violazione della guide linea delle Corporate Social Responsibility (CSR) sugli appalti che tutti i partner di produzione Nintendo sono tenuti a seguire, in base alle leggi, e alle norme internazionali. Foxconn si è assunta la piena responsabilità per questo incidente e si è mossa rapidamente per garantire che tutti gli individui coinvolti non lavorino più presso l’azienda. Infatti, le politiche della compagnia vietano l’impiego di minorenni, e la società si è impegnata con Nintendo a migliorare il processo per far rispettare questa politica, ed evitare problemi simili in futuro‘.
Un provvedimento tardivo, putroppo, che non servirà a Foxconn per rimediare: in che termini si può parlare di ‘incidente’? In un’azienda – è risaputo – chi si occupa delle assunzioni ha contatti diretti con i vertici e pare davvero improbabile che fossero soltanto poche persone a conoscenza del fatto; più che incidente, insomma, si dovrebbe parlare di comportamento ‘colposo’. Scibetta, comunque, ha spiegato che continuerà a effettuare ispezioni e controlli, proprio per sincerarsi che quanto accaduto con Foxconn non accada nelle altre aziende:
‘Come una delle tante aziende che lavorano con Foxconn – ha così proseguito –, prendiamo molto seriamente la questione, per migliorare la responsabilità sociale delle imprese lungo la catena di fornitura‘.
Va ricordato che anche Nintendo 3DS e Wii sono stati realizzati nelle fabbriche della Foxconn e che finora il fatto non era mai stato denunciato: se si tratta del primo caso di sfruttamento è difficile da stabilire; in ogni caso, non si tratterebbe di una novità.
Nintendo Wii U sarà rilasciato in Europa il 30 novembre, due settimane dopo rispetto alla release americana, e promette scintille, non soltanto per l’innovazione ben evidente sotto tutti i punti di vista, ma anche per il prezzo piuttosto accessibile. Qualcuno rinuncerà all’acquisto della console, dopo aver scoperto il modo in cui è stata realizzata?
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