Basta considerare le persone obese i simpatici della compagnia! Hanno bisogno di aiuto: ecco a chi devono rivolgersi.
L’obesità è un stato che, specialmente tra i più giovani, crea un grande disagio. Siamo abituati, vedendola dall’esterno, a valutarla in maniera errata sia in positivo che in negativo. Un ragazzo o una ragazza obesi che frequentano la scuola e una compagnia di amici, possono essere visti come simpatici e bonaccioni perché magari scherzano sul loro stato e fanno autoironia, ci fanno sorridere oppure possono essere oggetto di scherno e di bullismo. In tutti e due i casi l’approccio è sbagliato.
Se nel secondo caso ci sembra ovvio l’errore di valutazione, in realtà anche considerarli “simpatici” è un errore! Queste persone soffrono di inadeguatezza, non si sentono mai all’altezza della situazione e vivono in un corpo che per loro è solo un fardello: rendersi simpatici e disponibili è per loro un modo di farsi accettare ma serve solo ad accrescere il loro disagio. L’obesità è un grido aiuto che dovremmo sempre accogliere.
L’approccio per la cura dell’obesità deve avvenire su più fronti, varie figure specialistiche devono intervenire. Si parte sempre dal punto di vista organico: il medico appurerà il legame tra obesità e il diabete o le sindromi metaboliche ma chiaramente bisognerà indagare sulle motivazione del mangiare in maniera incontrollata e qui deve intervenire la psicologia. I disturbi dell’umore, del controllo dell’ansia e quelli alimentari sono sempre associati all’obesità.
Le persone obese sono insicure, poco attive e molto dipendenti dai genitori, il cibo rappresenta per loro una specie di protezione; assecondano spesso gli altri per riempire quei vuoti affettivi che sentono e percepiscono la loro inadeguatezza al mondo reale: sentono di non poter incidere in nessun modo nel mondo esterno. Mangiare molto diventa un modo per avere sollievo e compensazione da queste angosce. È molto importante, quindi che la persona obesa venga aiutata in tutti i vari aspetti di questa malattia.
Le figure specialistiche che devono intervenire sono varie partendo da quelle che si occuperanno della parte organica del problema ma, alla fine, l’approccio psicoterapeutico sarà quello più importante per risolvere il problema a monte. Deve essere fatto un percorso di terapia che coinvolga anche le persone vicine, i familiari che soffrono insieme a loro il disagio a volte essendone anche causa. Come amici è importante spingerli verso l’importanza di curarsi, accogliere loro richiesta muta di aiuto e non considerarli solo simpatici.
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