L’app è stata in grado di identificare i bambini affetti da disturbo dello spettro autistico con una sensibilità dell’87,8%. Scopriamo i dettagli.
Si fa un gran parlare di autismo nei bambini. A volte a sproposito. In tanti dicono la loro, a volte in maniera poco qualificata, su un dramma che vivono tantissime famiglie. Ora, invece, una speranza ci arriva dalla tecnologia: un’app sarebbe in grado di diagnosticare l’autismo nei bambini con grande precisione. Ecco i risultati di un innovativo studio.
Come ben sappiamo, l’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio, comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi. Sono tanti, purtroppo, i bambini che soffrono di questa patologia, che provoca grande sofferenza anche nei genitori che li devono accudire, con grandi difficoltà.
Si parla per la prima volta di autismo nel 1912, anche se in realtà ci si riferiva alla schizofrenia. Mentre il primo paziente con una diagnosi ufficiale è tracciato nel 1933. Per una diagnosi di disturbo dello spettro autistico occorre verificare la presenza di questi sintomi comuni: difficoltà nella comunicazione e interazione, difficoltà di comprensione del pensiero altrui e difficoltà ad esprimersi con parole o attraverso la gestualità o con l’utilizzo dei movimenti facciali, iper sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, e movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati. Alcuni bambini possono sviluppare anche crisi epilettiche.
Purtroppo si tratta di una sindrome non guaribile, che non ha una causa ben precisa. Possiamo parlare di una combinazione di fattori, tra cui quelli genetico, ambientale e differenze nella biologia cerebrale. Ora un nuovo studio finanziato dal National Institutes of Health avrebbe progettato un’app basata su tablet potrebbe aiutare a ridurre le disparità nelle diagnosi dei disturbi dello spettro autistico tra genere, razza ed etnia.
L’app che riesce a diagnosticare l’autismo nei bambini
L’app, denominata SenseToKnow, è stata sviluppata dai ricercatori dell’Autism Center of Excellence della Duke University. Potrebbe potenzialmente sostituire i questionari dei genitori che vengono tipicamente utilizzati per la diagnosi e che si è scoperto che non rilevano molti casi di autismo.
A differenza dei questionari, l’app SenseToKnow incarica i bambini di guardare cortometraggi e registrazioni e analizza le loro risposte comportamentali agli stimoli sullo schermo, inclusi cambiamenti nell’espressione facciale, frequenza delle palpebre, movimento della testa, capacità di attenzione e altro ancora.
Stando ai primi test, l’app è stata in grado di identificare i bambini con una sensibilità dell’87,8%, escludendo correttamente quelli senza autismo con una specificità dell’80,8%. Risultati molto incoraggianti, dunque, che offrono la promessa di aumentare l’accuratezza dello screening dell’autismo e di ridurre le disparità nell’accesso ai servizi.
Si tratta comunque di un approccio misto, con un’app che utilizza la tecnologia di apprendimento automatico per analizzare video di bambini che svolgono attività e questionari compilati dai loro genitori e medici per aiutare a diagnosticare la condizione nei bambini tra i 18 mesi e i 6 anni.