Dentro Sony Playstation non è un bel momento soprattutto perché la società ha ufficiosamente confermato di aver messo in pausa almeno sei progetti mentre altri sono in fase di valutazione.
Per società grandi di questo tipo è chiaro che i progetti che si muovono allo stesso tempo all’interno dei diversi team di sviluppo sono molti.
Ma avere più di una decina di giochi preparati per uscire nel corso dei prossimi due anni e poi, per una serie di motivi interni ed esterni, rendersi conto che almeno metà di quei giochi vanno riassestati significa cominciare a vedere un po’ di buchi nella timeline delle uscite.
Buchi nella timeline che ovviamente si trasformano in guadagni mancati e in perdite dovute agli investimenti già fatti per i giochi che vanno comunque fermati. Ma a quanto pare si è trattata di una decisione dolorosa quanto necessaria.
A confermare, ovviamente con una serie di termini molto seri e da leggere in controluce, che ci sono almeno sei progetti tra i vari studi Sony Playstation che saranno accantonati e ripresi in un momento diverso è stato Hiroki Totoki, COO e CFO nonché presidente di Sony. La parola chiave utilizzata da Totoki e “revisione“ unita alla parola “qualità“.
In particolare ad essere finiti sotto la lente del microscopio e ad essere poi valutati con il bilancino sono i videogiochi della nuova grande avventura live service. Un comparto che per ora, tranne rarissimi casi, non sembra portare particolarmente bene a nessun publisher.
Perché proprio Sony, per esempio, attraverso Bungie ha dovuto attraversare forse uno dei momenti peggiori del passato recente dovendosi rendere conto che i contenuti prodotti per Destiny 2 non stanno sortendo l’effetto desiderato. Ma c’è anche l’esempio di Epic che nonostante il successo stellare di Fortnite dichiara di essere perennemente in perdita.
Eppure è sempre lo stesso Totoki a confermare che il piano a lungo termine non cambia ma che semplicemente la società, che non ha intenzione di “rimanere attaccata ad alcuni titoli” vuole comunque spingere nel comparto dei live service. E oltre a confermare che prima o poi i GaaS firmati Sony usciranno (con buona pace dei giocatori) in questo sottolineare che non ci sono titoli preferiti si legge anche la motivazione per cui anche il prodotto collegato al The Last Of Us è tra quelli che sono nel mezzo del processo di revisione.
Sony a quanto pare non ha preferiti ma si lascia guidare solo dalla qualità. Una qualità che, ed è stata una ammissione fatta a inizio anno da Hermen Hulst, capo di Playstation Studios, ha una metrica diversa quando si parla di titoli tradizionali single player con un inizio e una fine rispetto a quando si parla di giochi multiplayer live service.
È chiaro che occorre andare a guardare non tanto o non solo il numero di copie vendute nel momento del lancio o in un periodo prestabilito quanto la monetizzazione che avviene poi all’interno del titolo. Ma per monetizzare ci vogliono le capacità.
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