“L’industria dei videogiochi ha più bisogno di cloni di quanto non voglia far credere”. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di Ben Mattes, producer dello spettacolare Prince of Persia, da poco nei negozi.
Non è certo un mistero che, da diversi anni a questa parte, alcune tra le più blasonate software house abbiano assunto il vizio di sfornare sequel su sequel solo per soddisfare le continue e pressanti richieste di un pubblico spesso troppo ignorante per accettare che è praticamente impossibile far evolvere un concept di gioco di anno in anno. L’esempio più evidente, in questo senso, è dato da Konami col suo Pro Evolution Soccer, che se un tempo settava, ad ogni nuova release, un notevole passo in avanti rispetto al diretto prequel, si è rivelato incapace di apportare reali innovazioni negli ultimi capitoli, ed anzi ha subito una pericolosa involuzione.
Mattes si è rivelato molto deluso dal fatto che alcuni tra i progetti più interessanti e originali di quest’anno non siano stati apprezzati adeguatamente non solo dal pubblico, ma purtroppo anche dalla critica; ad esempio è abbastanza clamoroso lo scarso apprezzamento riscosso dal “rivoluzionario” Mirror’s Edge di EA. Ma non sono meno forti le critiche mosse proprio a Prince of Persia, bastonato dall’autorevole IGN con un misero 6 su 10; L’impossibilità di morire, l’assenza di un reale senso di sfida e l’eccessiva dispersività dell’azione di gioco hanno pesato certamente nel giudizio della testata come anche di una discreta fetta di pubblico che ha apertamente criticato la direzione presa dalla serie.
Mattes ha dichiarato che si sarebbe aspettato qualche “pacca sulla spalla” in più per il coraggio dimostrato nella realizzazione del gioco, affermando che non sarebbe stato possibile prevedere vari livelli di difficoltà senza snaturare il titolo; Ora, tuttavia, l’attenzione del producer è interamente rivolta allo sviluppo dei prossimi DLC per il titolo, che si preannunciano molto corposi e pare includeranno nuove aree, nemici, poteri e mosse per il protagonista.