Sappiamo che Resident Evil non è il capostipite del genere survival horror, ma sapete quale videogioco lo ha ispirato?
Era il 1996 quando Playstation dominava il mercato console e proponeva una serie di videogiochi destinati a diventare dei cult senza tempo. Tra questi ebbe un impatto clamoroso anche un certo Resident Evil, capostipite della saga survival horror più feconda e amata di sempre.
Grazie all’utilizzo sapiente di fondali prerenderizzati il gioco Capcom era uno dei primi a dare la sensazione di trovarsi davvero in un mondo tridimensionale. La tecnologia dell’epoca non permetteva di creare un gioco completamente 3D che non avesse una grafica spigolosa, dunque lo sviluppatore nipponico concentrò le proprie attenzioni sui personaggi, al fine di renderli più belli e credibili possibile.
Per permettere alle console dell’epoca di fare girare il gioco, dunque, bisognava trovare un trucco per alleggerire il tutto e questo fu l’utilizzo di fondali in 2D e di una telecamera fissa. Jill Valentine e Chris Redfield si muovevano dunque in ambienti 2D ma il lavoro svolto da Capcom dava l’illusione che fossero in 3 dimensioni.
Resident Evil non ha preso spunto da Alone in the Dark: ecco qual è la fonte d’ispirazione del gioco Capcom
La bellezza estetica del primo Resident Evil ebbe la propria parte nel successo del titolo, mai prima di allora si erano visti ambienti e personaggi così curati e belli esteticamente. La formula di gioco sembrava invece evolvere quella di Alone in the Dark, la cui prima trilogia è considerata il punto d’inizio del genere survival horror.
Quando si parla di primo titolo horror ci sono parecchie divisioni. Prima di Alone in the Dark, infatti, sono usciti diversi giochi horror, tuttavia l’iconico titolo è stato il primo ad introdurre il puzzle solving e la gestione dell’inventario. Se dunque di titoli horror ne sono esistiti altri prima, le caratteristiche odierne le si devono al gioco sviluppato dalla francese e compianta Infogrames.
Resident Evil ha dunque preso tutto da Alone in the Dark? In realtà no, visto che l’idea dell’esplorazione di una villa infestata alla ricerca di un mistero proviene da un altro videogioco Capcom del 1989 (Alone in the Dark è uscito nel 1992), un gdr horror uscito per Nintendo e intitolato Sweet Home. In questo videogame andavamo nella magione di un pittore scomparso per girare un documentario e cercare i suoi dipinti perduti.
I protagonisti si imbattevano in mostruosità di vario tipo che potevano decidere di combattere o evitare. Tuttavia l’impianto ludico era completamente differente, Sweet Home era un gdr in tutto e per tutto, in cui bisognava gestire un party, accumulare esperienza e livellare.
Non vi è dubbio che questo videogame sia stato fonte d’ispirazione per i titoli survival horror che lo hanno seguito, sia fuori che all’interno di Capcom, dove il concept di gioco è stato modulato in varie produzioni (ad esempio nel bellissimo Clock Tower).