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Resident Evil: Operation Raccoon City, recensione del survival horror atipico [FOTO & VIDEO]

[galleria id=”1603″]Resident Evil: Operation Raccoon City per molti versi si allontana dalla tradizionale formula del survival horror, infatti può essere considerato in tutto e per tutto il risultato dell’unione delle dinamiche di gioco principali della serie videoludica con quelle adatte ad essere supportate anche offline. Il gioco si può catalogare sempre come survival, ma dobbiamo tenere presente che occorre fare le opportune distinzioni. Resident Evil: Operation Raccoon City in generale possiamo dire che offre un’azione di gioco più aggressiva.

La trama di Resident Evil: Operation Raccoon City
Resident Evil: Operation Raccoon City si basa su una campagna di gioco principale, che offre ai giocatori la possibilità di compiere delle missioni, le quali sono ambientate nella cittadina di Raccoon City.

Quest’ultima è invasa da numerosi zombie e propone molti avversari. Gli obiettivi da raggiungere sono differenti, ma in generale non appaiono molto elaborati. Di solito si tratta di acquisire informazioni, oggetti, o di raggiungere un determinato luogo.

Le modalità di gioco di Resident Evil: Operation Raccoon City

Le varie missioni che il gioco propone possono essere affrontare in collaborazione. Per fare questo bisogna predisporre una sessione di gioco pubblica e accogliere tutti quegli appassionati che vogliono unirsi al raggiungimento degli obiettivi comuni.

Chi vuole può mettere a punto una sessione privata, riservata esclusivamente agli amici. A disposizione dei giocatori anche una modalità di gioco single player, che tra l’altro è favorita anche dai menu di gioco, i quali si rivelano piuttosto essenziali e adatti a giocare online.

I giocatori hanno a disposizione quattro modalità multiplayer. La prima è Biohazard, una rivisitazione in tema zombie del famoso gioco ruba bandiera. Al posto del pezzo di stoffa colorata il nostro alter ego porterà con sé un campione del Virus-T. Lo scopo del gioco consiste nel portare in salvo cinque fiale del campione.

Un’altra modalità di gioco a disposizione dei giocatori è quella che si chiama Teamattack. In questo caso lo scopo del gioco consiste nell’uccidere qualunque cosa si muova sul campo di battaglia. In corrispondenza di ogni uccisione si conquista un punteggio. Risulta vincitrice la squadra che avrà più punti allo scadere del tempo.

Un’altra modalità è Heroes. Non dobbiamo fare altro che scegliere uno dei protagonisti dei precedenti capitoli di Resident Evil e portare avanti la nostra modalità di gioco, potendo disporre di una sola vita. Se veniamo uccisi, dobbiamo scegliere un nuovo personaggio per portare avanti l’obiettivo di proteggere gli eroi superstiti. Risulterà vincitrice la prima squadra che avrà eliminato tutti i componenti della squadra avversaria.

Infine c’è la modalità Survivor, in cui lo scopo principale è quello di sopravvivere. Dopo un certo periodo di tempo arriverà un elicottero, che tenterà di portarci in salvo. In ogni caso non tutti i giocatori riusciranno a trovare posto, ma vincerà chi sarà più veloce e riuscirà con più destrezza a trovare un posto all’interno dell’elicottero.

I personaggi di Resident Evil: Operation Raccoon City
La squadra di personaggi con i quali ci possiamo confrontare in Resident Evil: Operation Raccoon City ha al suo vertice una leader molto carismatica, che ha come nome in codice Lupo. Accanto a lei altri personaggi, come Four Eyes, uno scienziato esperto, Belteway, un vero e proprio demolitore dalle dimensioni imponenti, Spectre, cecchino, Vector, specialista in tecniche stealth e infine Bertha, che si propone come il medico responsabile delle buone condizioni di salute di tutto il gruppo.

Anche se ognuno di questi personaggi ha una sua specializzazione, la prima impressione ci fa credere che questi personaggi stessi non mettano a disposizione meccaniche di combattimento così diverse fra di loro.

In realtà questa impressione è da attribuire al fatto che, in corrispondenza di una scarsa esperienza di gioco, gli sviluppatori hanno cercato di livellare i generi di combattimento, dando a tutti i personaggi un equipaggiamento di base.

Se combattiamo in maniera precisa e riusciamo a guadagnare una certa esperienza, ci possiamo accorgere come i personaggi si differenzino tra di loro per delle caratteristiche specifiche.

I mostri di Resident Evil: Operation Raccoon City

Gli sviluppatori di Resident Evil: Operation Raccoon City hanno inteso farci vivere un’esperienza di gioco del tutto nuova rispetto a quella garantita dai capitoli precedenti della saga. Infatti il tentativo è quello di sopravvivere “tutti contro tutti”, visto che dobbiamo affrontare non solo le squadre dei giocatori avversari, ma anche un ambiente popolato da mostri di ogni tipo, i quali sono pronti a sbranarci ad ogni nostra minima esitazione.

I controlli di Resident Evil: Operation Raccoon City

Per abituarsi ai controlli del gioco bisogna provare qualche partita di rodaggio. Infatti dopo qualche tentativo, che ci consentirà di abituarci, i controlli risulteranno facili da usare e caratterizzati da una certa immediatezza. Proprio per questo anche i giocatori più esigenti rimarranno sicuramente soddisfatti.

Il sistema di combattimento incentrato sulla gestione delle coperture
Molto interessante e ricco è il sistema di combattimento proposto da Resident Evil: Operation Raccoon City. In particolare colpiscono l’attenzione dei giocatori le ambientazioni che hanno molte coperture da utilizzare come protezione.

L’unico inconveniente di questo sistema potrebbe essere il fatto che i giocatori sono un po’ penalizzati per quanto concerne la mobilità. Anche i combattimenti più semplici possono apparire piuttosto incentrati sull’insistere nel rendere il personaggio schermato dietro ad ogni possibile riparo.

Le missioni si svolgono sia in ambienti chiusi che in luoghi aperti e le mappe proposte sono molto spesso in verticale, raggiungendo un massimo di due livelli. Tutto il gameplay è incentrato sugli scontri a fuoco e sul riuscire a farsi strada tra gli avversari che sono sempre pronti ad attaccare, magari mentre siamo impegnati ad affrontare urgenti conflitti.

Il contagio da G-Virus

Un elemento particolarmente coinvolgente è quello che consiste nel contagio da G-Virus, che è trasmesso mediante i morsi degli zombie. A causa di questo contagio cominceremo a trasformarci, la nostra visuale diventerà offuscata e la nostra mobilità diventerà più difficile.

L’unico modo per risolvere la situazione consiste nell’essere in possesso dell’antidoto spray. Questa idea, di per sé davvero entusiasmante, non è stata sviluppata nelle sue ampie potenzialità, infatti porta soltanto alla morte del personaggio e al suo successivo respawn.

Sarebbe stata sicuramente molto più coinvolgente l’idea di poter continuare a giocare nell’ambito di una mobilità più difficile.

Le ambientazioni cupe di Resident Evil: Operation Raccoon City
Resident Evil: Operation Raccoon City riesce a ricreare in maniera perfetta ambientazioni cupe e horror, oltre a tutte quelle mostruosità che sono caratteristiche della saga di Resident Evil. Il tutto è possibile grazie allo sfruttamento dell’impareggiabile MT framework.

L’unico inconveniente dal punto di vista grafico consiste nel fatto che i membri del team Umbrella e delle forze speciali non si distinguono per una resa particolarmente efficiente. In generale comunque la resa visiva è più o meno uguale su Xbox 360 e su PlayStation 3.

Ci sono dei piccoli problemi di rallentamento e di caricamento di alcune texture, specialmente nelle situazioni più frenetiche.

Le caratteristiche dell’audio

Il gioco è localizzato in lingua italiana, però nella trasposizione dalla lingua originale si perdono alcuni effetti sonori piuttosto interessanti. Le musiche proposte da Resident Evil: Operation Raccoon City inizialmente sembrano adattarsi in maniera adeguata all’atmosfera cupa che il gioco propone. A lungo andare invece potrebbero risultare stancanti. Il doppiaggio in italiano risulta soddisfacente, anche se la qualità proposta non è uniforme in tutto il percorso del gioco.

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