Tomb Raider Underworld DS – Recensione

[galleria id=”349″]L’ultimo capitolo dell’infinita saga dedicata alla più affascinante archeologa della storia dei videogiochi arriva anche sul portatile di casa Nintendo in versione adattata alle potenzialità della console.

In parole povere, del titolo che rappresenta, nel bene e nel male, un pilastro del genere action adventure è rimasto ben poco, e le dinamiche di esplorazione che hanno sempre caratterizzato la serie sono state qui ovviamente soppresse, data l’assenza della terza dimensione. Ebbene sì, Tomb Raider Underworld, su Nintendo DS, è un semplice platform a scorrimento orrizontale, in stile Pitfall, per intenderci. L’azione di gioco è alquanto semplice, con poche mosse a disposizione della protagonista e una progressione de tutto lineare (e non poteva essere altrimenti) attraverso brevi ma intensi livelli.
 
L’azione piattaformica è dunque al centro della struttura di gioco, mentre la risoluzione di enigmi ed il combattimento sono relegati decisamente in secondo piano. I puzzle sono comunque ben fatti e richiedono l’utilizzo del pennino per la risoluzione; i combattimenti sono sporadici e poco entusiasmanti, pur potendo contare su attacchi corpo a corpo e a distanza per l’eliminazione dei nemici.
 
Dal punto di vista tecnico Tomb Raider Underworld è davvero un bello spettacolo, curatissimo e solido anche se forse alcune animazioni non sono proprio il massimo della fluidità. Il sonoro è invece nella norma, con effetti tutto sommato ben fatti e musiche non esattamente eccezionali.
 
In conclusion, Tomb Raider Underworld su Nintendo DS è un gioco dalla struttura alquanto semplice ma non per questo banale, che vi terrà impegnati per un discreto numero di ore in compagnia della bella Lara Croft. E non è detto che l’assenza di libertà di esplorazione sia un difetto, perché elimina l’odiosa dispersività che la serie ha sempre mostrato nei capitoli full-3D.
 
VOTO: 7,5

Gestione cookie