Se in Tomb Raider Underworld vi chiedo le tre cose che più vi hanno colpito, mi rispondereste: la prima è ovvia, la seconda è Lara Croft e la terza la corsa forsennata tra rocce e rami secchi. Non vi sembra di aver già visto tutto questo?
L’effetto di deja-vu è purtroppo causato dal gioco stesso. Ogni volta si ripete sempre nel medesimo modo, senza aggiungere alla formula niente che possa essere realmente innovativo. Lara Croft nel 1996 ha indubbiamente stupito il mondo, proponendo un personaggio femminile e un nuovo gameplay.
In questo Tomb Raider Underworld (correte a leggere la recensione al link qui a fianco, ndr) non troverete assolutamente niente di nuovo se non una grafica next gen, sparatorie banali al limite del patetico, qualche appiglio scivoloso e 0 innovazione. Non è forse ora di rivedere il brand?