Hideo Kojima, uno di quelli che potremmo definire cineasti dei videogiochi, riesce sempre a riscrivere il paradigma di ciò che significa produrre un buon videogioco.
Ma è anche forse uno dei creativi nell’industria più propensi a condividere con il mondo non tanto ciò che fa, anche se a volte capita di intravedere i suoi work in progress sui social, ma soprattutto ciò che gli piace, che lo ispira. Ciò che, in definitiva, è la sua materia prima quando si tratta di videogiochi.
Il suo sperticato amore per il cinema traspare non solo da ogni pellicola di cui parla, tra quelle recuperate via DVD e quelle andate a vedere al cinema, ma anche dal modo in cui parla dei film che guarda e della musica che ascolta. E non si può non immaginare quanto di quello che vede e di quello che ascolta entri dentro il lavoro che poi tutti i giorni fa con i videogiochi.
Del resto stiamo parlando di una persona che come descrizione di Twitter scrive “creatore di videogiochi: il 70% del mio corpo è fatto di film“. Nel futuro di Hideo Kojima ci sarà qualcosa di nuovo e tetro?
Hideo Kojima e quel pallino per i film che sconvolge i fan
Qualche giorno fa il grande creativo, autore di Metal Gear Solid, Death Stranding, e che avrebbe dovuto darci un Silent Hill ha condiviso sul suo account Twitter di aver visto Sly, un documentario in cui Sylvester Stallone racconta del suo Rocky. Il creativo giapponese ha quindi voluto ricordare il suo grande sogno di bambino: fare i film. Un sogno che però non si è mai concretizzato, frutto di tanti vuoti, e che si è poi spostato sui videogiochi.
Sotto quel messaggio sono tanti quelli che ringraziano il cielo per questo cambio di rotta . Ma non significa che Kojima non smetta di guardare film e di assorbirli, come un ragazzo che studia quello che hanno fatto i grandi prima di lui per poterli eguagliare alla propria maniera.
Uno dei post più recenti, successivo a quello che parla del documentario dedicato a Stallone, è invece centrato su un classico dell’horror che, a distanza di anni, il creativo definisce non più un horror “ma un capolavoro di coraggio umano contro il sovrannaturale“. Il capolavoro di Friedkin: L’Esorcista.
Un classico per chiunque voglia prendersi un bello spavento ma anche, se si riesce a guardarlo con gli occhi di un addetto ai lavori, un concentrato di fotografia straordinaria. Quella stessa straordinaria fotografia che si ritrova tante volte nei videogiochi in cui c’è lo zampino di Kojima.
E sono quindi partite le speculazioni se le atmosfere, i personaggi e la linea narrativa vista in L’Esorcista possa in qualche modo entrare nel prossimo progetto firmato dal maestro.
The Exorcist, a traumatic movie that I was too scared to watch only once as a child (only dubbed in Japanese on TV broadcast). I brought to watch it with everyone at the training retreat the other day, but we didn’t have time to watch it. In order to overcome the trauma, I… pic.twitter.com/GWwn22AXh0
— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) November 4, 2023
Tra i commenti c’è chi non vede l’ora ma c’è anche chi dichiara senza mezzi termini che sarebbe meglio di no: è bastato provare la sua idea di Silent Hill, P.T., per capire che qualunque genere in mano a Kojima diventa un’altra cosa. Diventa quel qualcosa a metà strada tra un videogame e un film. Lì dove vivono i prodotti migliori.