Un’altra grande azienda si prepara a licenziare centinaia di dipendenti, senza preoccuparsi delle responsabilità dei dirigenti.
C’è stato un tempo in cui, quando un’azienda era in difficoltà, non era insolito che i CEO riducessero i propri stipendi. Oggi quel periodo sembra molto lontano e quando si apprende una notizia del genere ci si meraviglia, quasi come se il dirigente avesse fatto un’opera di beneficenza. Negli ultimi anni sono arrivate, una dopo l’altra, le notizie di grandi aziende tech che si sono trovate “costrette” a licenziare buona parte dei propri dipendenti. Raramente, invece, si è sentito parlare di un CEO o un dirigente che, per salvare azienda e posti di lavoro, ha deciso di tagliare il proprio stipendio.
Anche il settore dei videogiochi sta affrontando un periodo particolarmente difficile. Aziende come Embracer Group, Activision Blizzard e BioWare hanno tutte attuato un gran numero di licenziamenti, dovuti nella maggior parte dei casi a investimenti sbagliati. L’ultima a entrare in questa triste lista è Epic Games, l’azienda americana nota per lo sviluppo di videogiochi come “Unreal” e “Fortnite”. Tim Sweeney, direttore e fondatore dell’azienda, ha recentemente confermato i licenziamenti, che riguarderanno ben 830 dipendenti.
Sweeney ha spiegato che Epic Games intende vendere Bandcamp, una piattaforma musicale indipendente acquisita da Epic solo l’anno scorso, alla piattaforma di licenze musicali Songtradr. Ha anche intenzione di scorporare SuperAwesome, un’azienda specializzata nella creazione di esperienze online sicure per i bambini. Queste iniziative sono state prese perché, secondo il CEO, “l’azienda spende molto più soldi di quelli che guadagna“.
Sweeney, ovviamente, non ha espresso la benché minima intenzione di scusarsi con i propri dipendenti per aver preso le decisioni aziendali che hanno portato alla situazione attuale. E che potrebbero rovinare la vita di più di 800 persone. Anzi, ha aggiunto solo che il suo “ottimismo” sul fatto che tali spese non avrebbero portato a licenziamenti era “irrealistico”.
Per fortuna, esistono modelli ben diversi di dirigenti. Esistono persone che, consapevoli delle difficoltà delle proprie aziende, scelgono di rimboccarsi le maniche e provano a risollevare eticamente le sorti dell’azienda, rimanendo al fianco dei propri dipendenti. Secondo uno studio di ricercatori della Nanyang Technological University, dell’Università di Washington e dell’Università della British Columbia, dopo un grande taglio dello stipendio da parte del CEO, la performance finanziaria di un’azienda tende a riprendersi.
Secondo le loro ricerche, i dipendenti sono particolarmente propensi a impegnare ulteriore tempo ed energie quando vedono che lo stipendio del capo viene utilizzato per salvare le attività dell’azienda. Anche gli azionisti apprezzano quando i CEO condividono le difficoltà dell’azienda.
In altre parole, i miglioramenti dopo un taglio dello stipendio del CEO non avvengono solo perché l’industria si sta riprendendo, secondo gli autori dello studio. Avvengono perché le aziende stesse sembrano operare in modo più efficace, con un rinnovato slancio. Eppure, nonostante questo concetto sia sostenuto da evidenze scientifiche, la maggior parte dei dirigenti preferisce prendere la strada più facile e sicura per se stessi.
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