Videogame, la longevità è davvero un vantaggio? Il “problema” di kolossal come Baldur’s Gate 3

Alcuni dei videogiochi usciti quest’anno hanno una longevità mai vista prima e per molti giocatori questo non è necessariamente un pregio.

Il 2023 è un anno particolarmente intenso per quanto riguarda le grandi uscite videoludiche. “Baldur’s Gate 3” ha stupito gran parte dei videogiocatori del mondo con il suo sconfinato open world e l’impressionante quantità di attività che il giocatore può portare avanti all’interno del titolo. A settembre è stata poi la volta di “Starfield“, un altro titolo che immerge il giocatore in un universo composto da oltre 1000 pianeti, tutti da esplorare.

molti giocatori lamentano che è difficile arrivare alla fine di baldur's gate 3
“Baldur’s Gate 3” e “Starfield” sono titoli con così tante cose da fare e missioni da portare a termine che molti giocatori trovano difficile andare avanti (Foto Youtube Larian Studios) – games4all.it

Le opzioni per chi vuole affrontare storie epiche in universi alternativi, dunque, non mancano. La mancanza che molti giocatori hanno lamentato è un’altra: quella del tempo. Non è certo una colpa da imputare alle case di sviluppo, ma è un problema che molti utenti hanno sottolineato nelle ultime settimane, in diverse discussioni sul web. Ed è in realtà una situazione di cui si è già parlato negli anni scorsi: i giochi stanno diventando sempre più lunghi, soprattutto nel caso delle grandi produzioni AAA.

“Baldur’s Gate 3” è un gioco incredibile: la complessità delle sue meccaniche di gioco, la libertà concessa al giocatore, i personaggi affascinanti e la trama avvincente lo rendono un candidato perfetto per il il titolo di “Gioco dell’anno”. Nonostante tutte queste qualità, però, molti giocatori lo hanno trovato frustrante per una ragione molto semplice: la sua durata.

Arrivare alla fine di “Baldur’s Gate 3” non è facile, e per molti giocatori questo è un problema

Se i personaggi dei videogiochi sono immersi in una realtà in cui lo scorrere del tempo è sospeso, lo stesso non si può dire per il tempo libero degli utenti, che ha decisamente molti limiti. Molte persone si sono appassionate ai videogiochi durante gli anni ’90 e i primi anni 2000, nel periodo dell’infanzia o dell’adolescenza. Oggi, quelle stesse persone cominciano a muovere i primi passi nel mondo del lavoro o ne sono già completamente sommerse. Il tempo per giocare a tutto, purtroppo, non c’è più.

molti videogiocatori preferiscono giochi più corti
Per molti giocatori la longevità non è sempre un pregio (Foto Youtube Larian Studios) – games4all.it

In molti sono arrivati addirittura ad affermare che il verso boss finale di “Baldur’s Gate 3” è la sua durata. Gestione dell’inventario, lettura dettagliata delle caratteristiche degli oggetti, desiderio di esplorare tutto, numero impressionante di dialoghi: tutti questi elementi messi insieme fanno sì che il gioco progredisca piuttosto lentamente, anche se il giocatore ci investe molte ore. Da un lato, è proprio questa una delle forze del titolo. Dall’altro, i giocatori più impegnati faticheranno ad arrivare alla fine.

Al contrario, molti giochi usciti quest’anno hanno avuto una durata particolarmente breve, ma efficace, che è stata elogiata dalla stampa e dai giocatori. “Assassin’s Creed Mirage” è riuscito a raccontare una storia interessante e credibile con le sue sole quindici ore di gioco. Lo stesso vale per “Marvel’s Spider-Man 2”, che con una durata simile funziona particolarmente bene.

Il punto non è trovare un gioco migliore di un altro: ogni videogioco ha le sue caratteristiche specifiche che (si spera) gli sviluppatori hanno valutato di inserire dopo ricerche ed esperimenti. Di sicuro, però, questi dati dimostrano che non sempre la longevità è un fattore che gioca a favore di un titolo: molti giocatori, per esigenze personali, hanno bisogno di storie epiche che non richiedano mesi per arrivare alla conclusione.

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