Non solo più solo passatempi per ragazzini, ormai l’abbiamo imparato. C’è tutto un mondo dietro che vale la pena conoscere.
Numerose le storie che l’universo dei videogiochi ha da raccontare, da sempre infatti questi prodotti hanno permesso a una sottocultura parallela di evolversi e svilupparsi. Che sia in ambito tecnologico, letterario, cinematografico oppure della moda, le influenze sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi anni diversi produttori ne hanno voluto raccontare alcuni aspetti peculiari o vicende che hanno attirato la curiosità del pubblico. Quale modo migliore per approfondire l’argomento se non quello di guardare un documentario che ne parla. In giro se ne trovano tantissimi, chiaramente, proviamo a fare una cernita di quelli che vanno assolutamente visti nel 2023.
Se si è interessati a capire come l’industria videoludica sia arrivata a diventare una delle più importanti nell’economia mondiale nella vostra lista dei documentari da vedere non può mancare Game Changers, alla regia c’è Daniel Jungle che ha vinto l’Oscar per il miglior docucorto con Saving Face nel 2012. Tra battute d’arresto e intuizioni geniali Jungle ha cercato di proiettare sul grande schermo sia luci che ombre. All’interno troverete tra gli interventi più interessanti quello del figlio di Ralph Baer, il creatore della prima console della storia ma anche quello di Nolan Bushnell, celebre co-fondatore di Atari.
Tra le pellicole che sono diventate un vero e proprio cult c’è The King of Kong, uscito nelle sale nel 2007, vede Seth Gordon all’esordio dietro la macchina da presa. I più lo conosceranno per esser finito alla regia di alcune puntate di The Office e Parks and Recreation oltre ai film Horrible Bosses e Baywatch. Il progetto è finito presto nel circolo dei festival indipendenti, oltre a esser stato distribuito in forma abbastanza limitata. Il successo è arrivato più tardi, quando gli appassionati di videogiochi ne hanno iniziato a parlare un po’ ovunque.
Chi ha affrontato l’argomento da un punto di vista un po’ diverso è invece Jose Gomez che nel suo Not a Game ha voluto riflettere su un tema delicato come quello dell’ossessione per i videogiochi. Le ripercussioni che questo tipo di prodotti hanno su certe persone e i disturbi a livello caratteriale, comportamentale e relazionale che si vengono a creare. A dire la loro anche i genitori che assieme ai figli cercano di trovare una strada per far sì che le ore passate sulle console non portino a scenari nefasti.
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